venerdì, marzo 24

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Simbolicamente il maiale assume su di sè più di un significato. Nell'antichità esso è metafora del demoniaco e della sessualità. Per gli Ebrei della lontana Israele diventa un divieto - non può mangiarsi il maiale poichè nella carne suina risiede il diavolo (Levitico 11, 1-8) - e il simbolo del disprezzo per il corpo e per la sessualità. Con l'avvento del Cristianesimo il maiale entra a far parte della sfera del sacro: Cristo è infatti colui che purifica la carne e la rende pura. Varrone, poi, nel De re rustica, paragona il maiale al sesso delle donne..specialmente delle donne vergini. Gli antichi, infatti, si identificavano nella grande potenza sessuale e quindi riproduttiva del porco. Il maiale diventa anche metafora dialettica verso qualcosa di dispregiativo o legato al sesso: in Inghilterra il maiale in cucina è detto "pork"..in Italia provate a dire "porco" a qualcuno..soprattutto se non siete seduti a tavola. Il Maiale Ubriaco invece è il simbolo del gusto e del senso goliardico tipici di una cultura moderna..della nostra cultura..di coloro, cioè, che muovono i fili di questo blog. Due amici lontani, appassionati di cucina e legati ai prodotti della propria terra (l'asse basilico-cilento-campano) che, in una delle tante notti gastronomiche, si dissero "maiali ubriachi"..a suggellare, quasi, quel patto (per altro implicito) eno-gastronomico che da tempo li univa. Il Maiale Ubriaco è la sintesi antropo-culinaria di tale patto..ma anche un pied à terr (la possibilità di incontrarsi a metà strada) e la voglia comune di sperimentare, di ricordare, di condividere, di riscoprire, di raccontare. In tal senso, poi in fondo, niente altro che un altro simbolo di una amicizia che unisce e non distoglie.